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Gli articoli originali non vengono indicizzati da Google丨3 metodi rapidi di indicizzazione

本文作者:Don jiang

Non pensare che il contenuto originale venga automaticamente indicizzato.​

I dati mostrano che ogni giorno ci sono oltre 3,5 miliardi di ricerche su Google in tutto il mondo, ma le risorse e la larghezza di banda del crawler di Google sono limitate, quindi non può scansionare e indicizzare immediatamente tutti i nuovi contenuti.​

Infatti, Google ha dichiarato ufficialmente che, in media, l’indicizzazione di una nuova pagina può richiedere da alcuni giorni a diverse settimane.

Questo articolo va dritto al punto e ti fornisce 3 passaggi specifici e praticabili basati sull’esperienza diretta con Google Search Console e i principi di crawling.

Articolo originale non indicizzato da Google

Assicurati che Google possa “vedere” il tuo articolo

Potresti sorprenderti: anche se i crawler di Google sono attivi ogni giorno su Internet, si stima che riescano a scansionare meno dell’1% di tutte le pagine web esistenti.

I dati ufficiali di Google indicano che oltre un terzo dei problemi di indicizzazione derivano dal fatto che il crawler non riesce a “trovare” o “entrare” nella tua pagina — per esempio, perché bloccato dal file robots.txt, oppure perché la pagina restituisce un errore 404.

Controlla il file robots.txt

  • Problema principale: Il file robots.txt, che si trova nella directory principale del tuo sito (es. iltuosito.com/robots.txt), è come un cartello “istruzioni per i visitatori”. Indica ai crawler dove possono andare e dove no. Se per errore hai scritto Disallow: /, stai dicendo ai crawler: “non entrare in nessuna parte del sito!”, e quindi Google sarà bloccato. Google ha confermato che questo è uno degli errori più comuni che causano problemi di indicizzazione.
  • Come controllare: Apri il tuo browser e digita iltuosito.com/robots.txt. Assicurati che il file non contenga righe come Disallow: / o Disallow: /percorso-del-tuo-articolo/. Se usi una piattaforma come WordPress, le impostazioni predefinite sono generalmente corrette, ma è sempre meglio controllare.

Usa lo strumento “Controllo URL” di Search Console

Perché è efficace? Google Search Console (GSC) è lo strumento ufficiale per comunicare con Google.

La funzione “Controllo URL” è progettata specificamente per articoli nuovi e importanti.

Invece di aspettare passivamente che il crawler scopra il tuo articolo, puoi inviare direttamente il link tramite GSC, e Google dichiara di dare priorità a questi invii.

Passaggi pratici:

  1. Accedi a Google Search Console (se non l’hai ancora fatto, registra e verifica il tuo sito).
  2. Nella barra di ricerca in alto a sinistra, inserisci l’URL completo del tuo nuovo articolo.
  3. Premi “Invio” o clicca su “Controlla URL”. GSC analizzerà lo stato della pagina.
  4. Se il risultato mostra “URL non presente su Google” o “Scansionato ma non indicizzato”, e lo stato della pagina è “200” (OK), e non c’è alcun tag noindex, apparirà un pulsante “Richiedi indicizzazione”. Cliccaci senza esitazione!
  • Vantaggio: Questo metodo permette di bypassare la normale coda di scansione del sito e dire direttamente a Google: “Ehi, c’è un nuovo articolo qui, ti prego di indicizzarlo il prima possibile!”. I dati mostrano che per pagine tecnicamente corrette, il tempo medio di indicizzazione può passare da settimane a poche ore o giorni grazie a questa richiesta.

Invia la Sitemap del sito

Quale problema risolve? Anche se il tuo sito è piccolo, Google stabilisce l’ordine di scansione in base a regole come la struttura dei link interni.

La Sitemap è una lista dei tuoi contenuti chiave che invii attivamente, come una “mappa” per guidare i crawler verso le pagine giuste.

  • Come fare:
    • Assicurati di avere una Sitemap: La maggior parte dei CMS (come WordPress) o dei servizi di hosting generano automaticamente la Sitemap, spesso con plugin come Yoast SEO. È solitamente un file XML accessibile all’indirizzo iltuosito.com/sitemap.xml. Aprilo nel browser per vedere se è aggiornato e include il tuo nuovo articolo.
    • Inviala a GSC:
      1. Vai nella sezione “Sitemap” nel menu a sinistra di GSC.
      2. Nel campo “Aggiungi una nuova sitemap”, inserisci il nome del file sitemap, come sitemap_index.xml (file principale) o posts.xml (se hai sitemap specifiche per gli articoli).
      3. Invia, e Google leggerà periodicamente la sitemap in modo automatico.
    • Importanza: Soprattutto per siti web di grandi dimensioni o con strutture complesse, una sitemap può migliorare notevolmente l’efficienza dei crawler nel rilevare pagine nuove o profonde. Le statistiche di Google mostrano che i siti con sitemap efficaci vedono i loro contenuti scoperti più rapidamente e più completamente. Ricorda: una sitemap combinata con l’invio manuale di URL singole funziona ancora meglio.

Aiuta Google a capire meglio il tuo “valore”

Anche se il crawler di Google riesce a “entrare” nella tua pagina, se non “capisce” bene o ci mette troppo tempo a elaborarla, è probabile che il tuo articolo venga ignorato.

Google ha dichiarato pubblicamente che il tempo e le risorse richiesti per processare e analizzare una pagina web sono molto limitati.

Se un utente apre una pagina e il contenuto principale impiega più di 2,5 secondi a caricarsi, oltre il 30% delle persone la abbandona;

Allo stesso modo, se la struttura della pagina è disordinata o i punti chiave non sono chiari, l’efficacia del crawler nel ricavare informazioni principali diminuisce drasticamente.

Velocizza il caricamento – né i crawler né gli utenti amano aspettare

Dove sta il problema? Anche i crawler hanno un limite di tempo per visitare le tue pagine. Google chiama questo “budget di crawl” (Crawl Budget) – significa che ogni sito ha un tempo limitato per essere esplorato.

Se il tuo sito è lento come una lumaca, il crawler visiterà meno pagine e darà meno tempo al tuo nuovo articolo.

  • Metrica chiave: LCP (Largest Contentful Paint) – indica il tempo necessario per caricare completamente il contenuto principale della pagina (es. un’immagine grande o il blocco del titolo). Google considera buono un valore LCP mobile inferiore a 2,5 secondi. Secondo dati HTTP Archive, la mediana globale per l’LCP su mobile è 3,5 secondi, ben oltre il limite consigliato.
  • Cosa ottimizzare concretamente? Per la maggior parte delle pagine di contenuto (blog, articoli), i principali colpevoli del rallentamento sono:
    • Immagini grandi non ottimizzate: Una foto alta risoluzione di diversi MB può rallentare notevolmente il caricamento. Assicurati di comprimere le immagini (strumenti gratuiti come TinyPNG funzionano bene) e di usare formati moderni come .webp, che risultano spesso più leggeri rispetto a JPEG/PNG.
    • Script di terze parti che bloccano il rendering: Ad esempio, codici pubblicitari non necessari, strumenti di analisi o plugin troppo “carichi”. Valuta quali script possono essere eseguiti solo dopo il caricamento della pagina.
    • Temi o plugin troppo pesanti: Soprattutto su siti WordPress, troppe estensioni o temi complessi caricati possono inserire codice inutile in background.
  • Strumenti di verifica: Usa lo strumento ufficiale PageSpeed Insights di Google inserendo l’URL del tuo articolo. Riceverai un punteggio (0‑100) e suggerimenti dettagliati su cosa ottimizzare, quali immagini comprimere e quali codici migliorare. L’obiettivo è almeno raggiungere la zona “accettabile” (gialla) su mobile.

Usa bene i link interni

Perché è importante? I crawler di Google scoprono nuove pagine principalmente seguendo i link interni del sito.

Se il tuo articolo nuovo non riceve alcun link da altre pagine del sito, per il crawler è come una stanza nascosta in un labirinto, difficile da trovare (potrebbe anche essere considerato una pagina isolata).

Gli studi indicano che le pagine profonde collegate da pagine importanti (homepage, pagine di categoria, articoli popolari) vengono indicizzate molto più velocemente e frequentemente.

  • Come creare efficaci “segnali visivi”?
    • Aggiungi link nei vecchi articoli correlati: È il modo più naturale ed efficace. Ad esempio, se scrivi un nuovo articolo su “Come scegliere una tenda da campeggio”, cerca articoli precedenti su “attrezzatura da trekking”, “escursionismo base” o “sicurezza in viaggio” e inserisci frasi come: “A proposito, ho scritto da poco un articolo dettagliato su ‘Come scegliere una tenda da campeggio’” con un link a quello nuovo.
    • Aggiorna il tema o la navigazione: Se l’articolo appartiene a una categoria consolidata o è particolarmente importante, considera di inserirlo temporaneamente nel sottomenu della navigazione principale o nella sidebar sotto “Articoli consigliati”. Puoi poi rimuoverlo dopo l’indicizzazione.
    • Crea il blocco “Articoli correlati”: Alla fine di ogni articolo o nella sidebar, mostra automaticamente o manualmente alcuni articoli tematicamente affini, incluso il nuovo. È utile sia per gli utenti sia per i crawler.
  • La chiave è la “rilevanza naturale”: Non inserire link forzati. Devono essere inseriti in un contesto pertinente e l’anchor text dovrebbe descrivere chiaramente il contenuto del collegamento. Questo è il modo più user‑friendly e SEO‑friendly.

Struttura chiara, informazioni principali subito visibili

Come “vede” il crawler? I crawler di Google oggi sono molto intelligenti (grazie a modelli come BERT che comprendono il contesto), ma offrire una struttura ben organizzata riduce di molto il carico cognitivo.

Immagina di fornire a un revisore un report ben formattato, con indice chiaro e punti evidenziati – è molto più facile da leggere rispetto a un blocco di testo lungo e confuso.

  • I punti chiave da mettere in pratica:
    • Usa correttamente i livelli di titolo (H1‑H6): Una sola H1 per pagina (titolo principale dell’articolo). Usa H2 per suddividere i macro‐temi (es. “Metodo 1”, “Metodo 2”, “Conclusione”), e H3 per i sottoargomenti (ad es., dentro “Metodo 1”: “controllare robots.txt”, “inviare URL singolo”). Ogni titolo deve riassumere chiaramente il blocco di testo seguente, senza titoli confusi o keyword stuffing.
    • Utilizza liste (
        /

          ): Quando elenchi punti, passaggi o caratteristiche, falla con lista puntata o numerata. Migliora la leggibilità per l’utente e aiuta il crawler a individuare contenuti importanti.
        1. Dividi i paragrafi e usa il grassetto con criterio: Evita paragrafi lunghi e densamente informativi. Ogni paragrafo dovrebbe concentrarsi su un paio di idee. Puoi evidenziare in grassetto le conclusioni o parole chiave rilevanti (ma con moderazione: 3‑5 evidenziazioni per pagina sono sufficienti).
  • Aggiungi testo descrittivo alle immagini (Alt Text): È essenziale compilare il testo alternativo per ogni immagine nell’articolo. Non serve solo agli utenti ipovedenti, ma comunica anche ai motori di ricerca il contenuto dell’immagine. Ad esempio, per una foto di una tenda, scrivi alt=”Tenda da campeggio per due persone a tre stagioni distesa sull’erba”, molto meglio di “IMG_1234.jpg”.
  • Effetto finale: Dopo aver apportato questi miglioramenti strutturali, i crawler di Google comprendono il contenuto principale della pagina in modo più rapido ed efficace, quasi in “modalità avanzamento rapido”, e confermano rapidamente il valore dell’articolo. L’esperienza utente migliora naturalmente, la lettura è più fluida, il tempo di permanenza aumenta, e questi segnali indirettamente convalidano il valore del contenuto.
  • Attira l’attenzione di Google su nuovi contenuti

    Anche un articolo originale, che soddisfa le prime due fasi (accessibilità e comprensione), si trova inizialmente in una situazione di “segnale zero” — nessuna visita, nessun link, facilmente sommerso nel flusso di informazioni.

    Secondo i dati pubblici di Google, per siti web di medie dimensioni (es. migliaia di pagine), un nuovo contenuto può essere ricrawlato dopo ore o anche mesi.

    Crea attività dove Google sta guardando

    • Logica fondamentale: I crawler di Google non “scansionano” direttamente i contenuti dei social per fini di ranking, ma ricerche indipendenti (es. Backlinko) mostrano che monitorano segnali di popolarità su certe piattaforme rilevanti (specialmente collegate a Google o ad alto trust). È come in una redazione: ciò che attira discussione attira attenzione.
    • Dove “agitare le acque”? La chiave è la pertinenza:
      • LinkedIn: Se l’articolo è professionale, analitico o legato al lavoro, è la piattaforma ideale. Quando pubblichi, inserisci il link e scrivi un riassunto o commento coinvolgente.
      • Forum verticali di qualità: Come subreddit pertinenti su Reddit o forum autorevoli nella tua nicchia. Partecipa attivamente e condividi il link come risorsa utile nel contesto giusto. Attenzione: spam palese viene rimosso!
      • Google Groups: Gruppi di discussione approfonditi legati all’ecosistema Google. Trova gruppi legati al tema, contribuisci con valore e condividi il link per attrarre attenzione (soprattutto per articoli legati a strumenti Google).
    • Conta la qualità, non la quantità: Non pubblicare il link ovunque. I dati mostrano che pochi link condivisi in comunità pertinenti generano più impatto di molti link sparsi su piattaforme irrilevanti. Inoltre, attirano clic reali iniziali, altro segnale positivo.

    Ottieni “voti” tramite backlink

    Perché funziona? Secondo l’algoritmo ufficiale di Google, i link rimangono uno dei fattori di ranking più influenti.

    I link sono come voti da altri siti: “Guarda, questo contenuto è utile!”

    Soprattutto quando provengono da settori e nicchie diverse, anche se non da siti ad alta autorità (MOZ DA>1 e aggiornati regolarmente), questi “voti” aiutano Google a valutare il tuo contenuto.

    • Come fare:
      • Usa i tuoi asset: Il metodo più diretto — se possiedi altri siti web (meglio se di nicchie diverse), includi naturalmente un link al nuovo contenuto.
      • Chiedi citazioni a colleghi: Se hai creato una guida o report utile, contatta blogger o siti del settore che hanno già linkato contenuti simili. Mostra come il nuovo contenuto sia utile ai loro lettori e suggerisci gentilmente l’inclusione di un link.
      • Partecipa a gruppi di scambio link di qualità (con cautela): Solo in piccoli gruppi dove c’è selezione e contenuti buoni. Evita farm di link generiche. Regola base: il contesto del link deve essere sensato e il sito collegato deve essere affidabile.
    • L’obiettivo iniziale non è l’autorità: Secondo tool SEO (Ahrefs, Semrush), un nuovo contenuto con 300–500 link naturali anche da piccoli siti migliora notevolmente crawl e indicizzazione.

    Solo contenuti davvero “utili” lasciano il segno

    Google è intelligente, ma il suo obiettivo finale è sempre servire meglio l’utente.

    Se un utente legge il tuo post con interesse, lo salva, lo legge fino in fondo e torna per articoli simili — questi segnali di comportamento (tempo sul sito, rimbalzo, ritorni) vengono rilevati da Google e gli dicono: “Questo contenuto vale la pena.”

    • Cosa si intende per “utile”?
      • Risolve un problema reale: Affronta bisogni insoddisfatti con precisione. Se i concorrenti sono superficiali, tu approfondisci e offri più valore.
      • Fornisce prospettive o dati unici: Include dati originali, esperimenti, analisi dettagliate o soluzioni pratiche. Questo distingue il tuo contenuto.
      • È completo (quando serve): Es. una “guida all’acquisto” deve coprire tutto: budget, scenari d’uso, marchi, rischi. I dati mostrano che contenuti approfonditi trattengono meglio l’utente.
      • Scrittura user-friendly: Essere professionali non significa usare gergo inutile. Sii chiaro, logico, con esempi concreti e linguaggio scorrevole.
    • Effetto a lungo termine: Magari all’inizio non esplode, ma Google noterà un buon comportamento degli utenti nel tempo, aumentando ranking e crawl. Il contenuto di valore vince sempre.

    Con contenuti originali e di valore, una struttura chiara e un po’ di spinta iniziale,

    Google prima o poi ti darà una chance di visibilità e posizionamento.

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