Un nuovo sito web pieno di entusiasmo per la SEO è una cosa positiva, ma è facile trascurare alcuni aspetti fondamentali ma cruciali.
Parliamo dei 5 errori più comuni che un nuovo sito commette in ottica SEO:
- Come “segnalare” il sito ai motori di ricerca
- Come trovare le parole chiave giuste su cui puntare
- Come rendere i contenuti davvero efficaci
- Come organizzare la struttura interna del sito in modo sensato
- Con quale frequenza aggiornare il sito per ottenere risultati
Per ogni punto, forniremo suggerimenti chiari e facilmente applicabili.

Table of Contens
ToggleSe le impostazioni di base non sono corrette, il sito è come “senza segnale”
Per esempio, dimenticare di dire ai motori di ricerca che il tuo sito è online, non fornire una mappa del sito, o bloccare inavvertitamente contenuti importanti: tutto questo può impedire ai motori di ricerca di vedere i tuoi contenuti, per quanto buoni siano.
Errori comuni nei nuovi siti
Dimenticare di “registrarsi”: sito non verificato negli strumenti per webmaster
Spiegazione: Dopo il lancio, il sito non è stato registrato e verificato su Google Search Console (GSC) e Bing Webmaster Tools. Questi sono i canali ufficiali di comunicazione con i motori di ricerca.
- Impatto: I motori di ricerca potrebbero trovare il tuo sito da soli, ma ci vorrà più tempo. Inoltre, perdi l’accesso a dati cruciali (copertura dell’indice, parole chiave, errori di scansione) e la possibilità di inviare manualmente link importanti. È come navigare alla cieca.
Mappa del sito mancante o non inviata
- Spiegazione: Dopo il lancio, non è stato creato un file
XML Sitemap, oppure è stato creato ma non inviato tramite GSC o Bing Webmaster Tools. Questo file è l’elenco delle pagine principali del sito (una sorta di indice). - Impatto: I crawler dei motori di ricerca hanno bisogno di questa guida per trovare efficacemente tutte le pagine, specialmente se il sito è nuovo e con pochi collegamenti interni. Senza sitemap, alcune pagine potrebbero non essere indicizzate.
Configurazione errata del file robots.txt
- Spiegazione: Il file
robots.txtsi trova nella root del sito e dice ai motori di ricerca cosa possono o non possono esplorare. Errori comuni nei nuovi siti:Disallow: /(blocca erroneamente l’intero sito).- Bloccare per sbaglio file importanti come
CSSoJavaScript, impedendo il corretto rendering delle pagine. - Nessun comando
Allowo riferimento allaSitemap.
- Impatto: Se l’intero sito è bloccato, i motori non potranno accedervi. Se bloccano i file di stile, le pagine potrebbero non essere comprese correttamente, compromettendo l’indicizzazione e la valutazione della qualità.
Esperienza mobile scadente: sito non ottimizzato per smartphone
- Spiegazione: Gli utenti su cellulare devono zoomare per leggere o cliccare, oppure il layout è disordinato. Questo succede quando:
- Il sito è progettato solo per desktop.
- Il design responsive non è ben realizzato.
- Impatto: Oggi la maggior parte delle ricerche avviene su dispositivi mobili. Google utilizza l’
indicizzazione mobile-first. Se l’esperienza mobile è scarsa, gli utenti lasceranno subito il sito e Google abbasserà il ranking nei risultati mobili.
Sito lento: la velocità penalizza tutto
- Spiegazione: Il sito impiega troppo tempo ad aprirsi (oltre i 3 secondi, l’utente spesso abbandona). Cause comuni:
- Immagini troppo grandi (non compresse o troppo ad alta risoluzione).
- Server poco performante (es. hosting condiviso economico).
- Codice inefficiente, troppi plugin, mancanza di caching.
- Impatto: La velocità è un fattore di ranking importante per Google. Se il sito è lento, peggiora l’esperienza utente, aumenta il bounce rate, e i crawler riescono a esplorare meno pagine, rallentando l’indicizzazione.
Come risolvere? (Guida passo dopo passo)
Registrati e verifica subito gli strumenti dei motori di ricerca (obbligatorio!)
- Visita
Google Search ConsoleeBing Webmaster Tools. - Seleziona “Aggiungi proprietà” (Add Property) e inserisci l’URL del tuo sito web (incluso
https://). - Segui le istruzioni per verificare la proprietà (consigliato: caricamento file HTML o record DNS).
- Importante: Fallo su entrambe le piattaforme! È la base di tutto. Tutti i controlli futuri dipendono da questo passaggio.
Crea e invia la sitemap XML (strumenti consigliati per principianti)
- La maggior parte dei CMS (come WordPress) ha plugin SEO (come Yoast SEO, Rank Math, All in One SEO). Dopo l’attivazione, generano automaticamente un file
sitemap.xml, che puoi trovare su/sitemap_index.xmlo/sitemap.xml. - Se non utilizzi un CMS o plugin, puoi usare strumenti online (come
xml-sitemaps.com) oppure strumenti professionali comeScreaming Frog SEO Spider(la versione gratuita ha dei limiti). - Carica il file sitemap generato (di solito
sitemap_index.xml) nella directory principale del tuo sito. - Accedi a GSC e Bing WMT ->
Sitemaps-> inserisci l’URL completo della tua sitemap -> Invia.
Controlla e correggi il file robots.txt (assicura che sia accessibile)
- Visita
https://www.tuodominio.com/robots.txtper controllarne il contenuto. - Scrittura sicura consigliata per nuovi siti (consente l’accesso completo):
User-agent: * # Valido per tutti i crawler
Allow: / # Consente la scansione completa del sito
Sitemap: https://www.tuodominio.com/sitemap_index.xml # Link alla tua sitemap - Carica questo file nella directory principale del sito.
- Usa lo strumento di test
robots.txtdi GSC (in “Strumenti e report precedenti”) per verificare eventuali problemi. Assicurati che le pagine chiave siano “consentite” alla scansione.
Assicurati l’adattabilità mobile (design responsive consigliato)
- Preferisci un design responsive: è la pratica consigliata da Google, in cui il layout si adatta automaticamente a tutte le dimensioni dello schermo, con un unico codice per desktop e mobile.
- Test approfonditi:
- Usa lo strumento di Google
Mobile-Friendly Test:https://search.google.com/test/mobile-friendly– Inserisci l’URL e controlla i risultati e i problemi. - Visualizza il sito su diversi dispositivi reali (marche, sistemi, dimensioni schermo diverse): il testo è leggibile? I pulsanti si cliccano facilmente? Il caricamento è veloce? La pagina è ben formattata? Lo scorrimento è fluido?
- Usa lo strumento di Google
- Richiedere agli sviluppatori di modificare e ottimizzare secondo i risultati dei test.
Ottimizzare la velocità del sito (partendo dal problema principale)
- Comprimere e ottimizzare le immagini:
- Utilizzare strumenti (come
TinyPNG,Squoosh.app, o il plugin WordPressSmush) per ridurre drasticamente la dimensione dei file immagine mantenendo una buona qualità. - Assicurarsi che le dimensioni delle immagini corrispondano all’effettiva necessità visiva (ad esempio, se l’immagine viene visualizzata con una larghezza massima di 500px, non caricare un’immagine da 2000px).
- Utilizzare strumenti (come
- Abilitare la cache:
- Usare plugin (come WP Super Cache, W3 Total Cache per WordPress) o configurare la cache lato server.
- Considerare l’utilizzo di una
CDN (Content Delivery Network)(es. Cloudflare, StackPath), che memorizza i file del sito su nodi server vicini all’utente, migliorando la velocità di accesso.
- Valutare il server: Se il sito è lento nonostante abbia poco contenuto, prendere in considerazione un provider di hosting migliore (come hosting condiviso più veloce o un VPS). Quando si tratta di hosting, spesso “ottieni ciò per cui paghi”.
- Utilizzare strumenti di diagnosi:
Google PageSpeed Insights(https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/) – Inserisci l’URL e riceverai un punteggio di prestazioni dettagliato e suggerimenti di ottimizzazione (desktop + mobile).GTmetrix(https://gtmetrix.com/) – Fornisce anch’esso un report dettagliato.- Punto chiave: Concentrarsi prima sui problemi principali evidenziati da questi strumenti (solitamente nella sezione “Opportunità” o “Diagnostica”).
Parole chiave sbagliate: sforzo nella direzione sbagliata
Molti nuovi siti, all’inizio, commettono l’errore di puntare ciecamente su parole chiave ad alto volume di ricerca ma con altissima concorrenza;
Oppure scelgono parole chiave che non riflettono realmente l’intento di ricerca dell’utente, attirando così traffico non pertinente;
O ancora, forzano l’inserimento delle parole chiave rendendo i contenuti artificiali e difficili da leggere.
Se la direzione è sbagliata, gran parte del lavoro di ottimizzazione sarà vano.
I tre errori più comuni dei nuovi siti
Errore 1: Inseguire ciecamente le “big keywords”
- Problema principale: I nuovi siti mirano a parole chiave con volumi enormi di ricerca (decine o centinaia di migliaia al mese), ad esempio un piccolo studio di yoga locale che cerca di posizionarsi per “yoga” o “fitness”.
- Perché è sbagliato:
- Alta barriera competitiva: Queste parole chiave sono dominate da grandi siti autorevoli o marchi noti; i nuovi siti, con bassa autorità e poche risorse, difficilmente raggiungeranno le prime pagine.
- Intento dell’utente vago: Chi cerca “yoga” potrebbe voler trovare informazioni, video, corsi locali, lezioni online, tappetini yoga ecc.; l’intento è troppo generico.
- Bassa conversione: Anche se si ottiene un po’ di traffico, esso sarà poco mirato e raramente si convertirà in clienti reali (es. iscrizione al corso).
Errore 2: Ignorare l’intento di ricerca, usare parole non pertinenti
- Problema principale: Si scelgono parole chiave senza studiare realmente cosa cerca l’utente, creando contenuti che non rispondono alle sue aspettative.
- Perché è sbagliato:
- Mancata corrispondenza: Se l’utente cerca “come risolvere il problema della macchina del caffè che non eroga acqua”, vuole una guida pratica. Se la pagina offre “10 migliori macchine da caffè”, l’utente abbandonerà subito.
- Pessima esperienza utente: Il contenuto non soddisfa i bisogni dell’utente, che ne rimane deluso, aumentando il bounce rate e riducendo il tempo di permanenza sul sito – segnali negativi per i motori di ricerca.
Errore 3: Inserire le parole chiave a forza, penalizzazione assicurata
- Problema principale: Per aumentare la “rilevanza” della pagina, si ripetono le parole chiave ovunque (titoli, paragrafi, meta-descrizioni) ignorando la naturalezza e la scorrevolezza della lettura.
- Perché è sbagliato:
- Esperienza di lettura pessima: Il testo suona innaturale, come scritto da un robot. L’utente ne rimane infastidito.
- Rischio di penalizzazione: I motori di ricerca come Google sono molto intelligenti e riconoscono il keyword stuffing come una pratica spam. Invece di migliorare il posizionamento, può causarne il peggioramento.
Cosa fare? (Trovare la direzione giusta ed agire con precisione)
Strategia chiave: trova il tuo “oceano blu di nicchia” – usa bene le parole di nicchia, locali e a coda lunga
- Perché? Anche se queste parole hanno un volume di ricerca mensile più basso (decine o centinaia), la concorrenza è molto più bassa, l’intento dell’utente è più chiaro e specifico, è più facile posizionarsi per siti nuovi e hanno un potenziale di conversione più alto.
- Parole di nicchia/specializzate: Concentrati sul tuo campo specifico di competenza. Esempi dal mondo dello yoga: “yoga hatha per principianti”, “yoga da ufficio per collo e spalle”.
- Parole locali: Per attività con servizi fisici o rilevanza locale, è essenziale includere la posizione. Esempi: “lezioni private di yoga a Chaoyang, Pechino”, “piccolo studio di yoga vicino al quartiere”.
- Parole a coda lunga (cruciali!): Di solito sono frasi di 3 o più parole che descrivono con precisione un bisogno specifico dell’utente. Esempi:
- Informative: “quanto tempo dovrebbe praticare yoga un principiante ogni giorno”
- Per chiarire dubbi: “perché mi fa male la schiena dopo lo yoga”
- Con intento d’acquisto: “prezzo abbonamento mensile yoga conveniente a Chaoyang”
- Per servizi locali: “insegnante privato di yoga a domicilio nel weekend a Haidian”
Come trovare parole chiave in modo efficace? Usa questi strumenti (gratis + a pagamento)
Strumenti di Google:
- “Le persone chiedono anche” / “Ricerche correlate”: Cerca la tua parola chiave principale su Google e guarda le sezioni a metà e in fondo alla pagina dei risultati. Offrono molte domande correlate di tipo long-tail.
- Google Trends: Controlla l’andamento di interesse per determinati argomenti e la distribuzione geografica (
https://trends.google.com/).
Keyword Planner di Google Ads (richiede account pubblicitario): Inserisci le tue parole chiave base (parole core del business) e otterrai suggerimenti, volumi di ricerca stimati e livelli di concorrenza (più è alta per gli annunci, più difficile sarà per la SEO).
Strumenti gratuiti (funzioni base):
- Ubersuggest (Neil Patel): Suggerimenti di parole chiave, volume di ricerca, difficoltà stimata, idee per contenuti (
https://neilpatel.com/ubersuggest/). - AlsoAsked: Mostra visivamente le catene di domande relative a una parola chiave, utile per comprendere l’intento dell’utente (
https://alsoasked.com/).
Strumenti professionali a pagamento (dati avanzati):
Semrush, Ahrefs, Moz Keyword Explorer: Offrono il database di parole chiave più completo, volume di ricerca, punteggio di difficoltà (KD), analisi delle parole chiave dei concorrenti, espansione long-tail e molto altro. I nuovi siti possono usare le versioni di prova gratuite o piani base.
Fondamentale: cosa vuole davvero l’utente? (Analisi dell’intento di ricerca)
- Metodo principale: Quando vedi una parola chiave, chiediti: l’utente vuole sapere qualcosa? confrontare prodotti/servizi? compiere un’azione? acquistare? trovare un luogo?
- Tipi di intento e come rispondere:
- Informativo (Know): L’utente vuole imparare qualcosa (es. “origine dello yoga”, “tipi di respirazione nello yoga”). → Fornisci spiegazioni chiare, complete e autorevoli.
- Navigazionale (Navigate): L’utente vuole raggiungere un sito o pagina specifica (es. “sito ufficiale yoga XXX”). → Rilevante per parole chiave brandizzate.
- Transazionale (Do/Buy): L’utente ha l’intenzione di acquistare o agire (es. “comprare tappetino yoga”, “prenotare lezione prova yoga”). → Mostra vantaggi, prezzo e pulsanti di azione (acquista/prenota) chiaramente.
- Investigativo commerciale (Compare/Research): L’utente sta confrontando prima di acquistare (es. “confronto tappetini yoga Liforme vs Manduka”). → Fornisci recensioni imparziali, analisi approfondite e pro/contro.
- Verifica pratica: Cerca quella parola chiave su Google e guarda quali tipi di pagine occupano le prime posizioni (blog, schede prodotto, Q&A, liste e-commerce, ecc.). Ti mostra cosa Google intende per quell’intento.
Come integrare le parole chiave nei contenuti in modo naturale?
- Principio fondamentale: centralità dell’utente, priorità al contenuto, le parole chiave devono emergere in modo naturale.
- Il titolo è uno spazio prezioso: Il
<title>e l’intestazione H1 devono contenere la parola chiave principale (preferibilmente la più precisa e pertinente all’intento). - Inizio e paragrafi centrali del testo: Nei primi paragrafi dell’articolo, includi naturalmente la parola chiave principale e le sue varianti (sinonimi, parole correlate). Nei paragrafi successivi, assicurati che i contenuti ruotino attorno a questi termini, evitando però la ripetizione forzata.
- Includere nella URL: Se possibile e in modo chiaro, inserire la parola chiave principale nell’URL (es:
www.tuodominio.com/le-lezioni-private-di-yoga-a-pechino). - Non dimenticare l’attributo ALT delle immagini: Quando descrivi un’immagine, includi naturalmente parole chiave pertinenti (es: se l’immagine mostra una lezione di yoga, l’ALT può essere “lezione privata di yoga professionale nel distretto di Chaoyang”).
- Usa sinonimi e termini correlati: Evita ripetizioni meccaniche. Utilizza in modo naturale sinonimi, iperonimi (es: “yoga” può essere ampliato con “hatha yoga”, “vinyasa yoga”, “pratica yoga”) e parole relative al contesto (come “rilassamento”, “flessibilità”, “meditazione”) per arricchire il contenuto e coprire più ricerche pertinenti.
- Meta Description accattivante: Anche se non influisce direttamente sul posizionamento, una descrizione ben scritta aumenta il tasso di clic. In circa 155 caratteri, inserisci la parola chiave e spiega perché l’utente dovrebbe cliccare.
Contenuti troppo brevi o superficiali non piacciono a Google
Per un nuovo sito web, creare contenuti è fondamentale per ottenere buoni posizionamenti.
Tuttavia, spesso i nuovi siti cadono in due errori opposti: contenuti troppo brevi e poco approfonditi, simili a un elenco di appunti;
oppure contenuti lunghi ma privi di reale valore o approfondimento.
L’algoritmo principale di Google mira a offrire agli utenti i contenuti più utili e risolutivi.
Segnali principali di contenuti “troppo brevi/superficiali”
Segnale 1: Informazioni insufficienti, trattazione superficiale
- Caratteristiche: L’articolo è molto breve (meno di 600 parole), fornisce solo un’introduzione base e superficiale al tema, senza dettagli, spiegazioni, passaggi, esempi o contesto. Ad esempio, un articolo su “come scegliere i chicchi di caffè” che elenca solo i nomi dei tipi senza parlare dei sapori, del grado di tostatura o dei consigli d’acquisto.
- Conseguenze: Non soddisfa il bisogno dell’utente di approfondire, tempo di permanenza basso, alta frequenza di rimbalzo. Il motore di ricerca lo considera poco utile e non in grado di risolvere la richiesta dell’utente.
Segnale 2: Contenuto fuori tema, valore diluito
- Caratteristiche: Per allungare il testo, si aggiungono molte informazioni poco o per nulla pertinenti al titolo o alla parola chiave principale (contenuti “gonfiati”).
- Conseguenze: Distrae l’utente, riduce l’efficacia del messaggio principale, peggiora l’esperienza utente. I motori di ricerca percepiscono scarsa coerenza tematica, diminuendo l’autorità della pagina.
Segnale 3: Ripetitivo o privo di originalità
- Caratteristiche:
- Contenuto assemblato: Combinazione di frammenti da articoli simili trovati online, senza nuovi punti di vista, dati o esperienze pratiche. Il lettore ha la sensazione di “già visto”.
- Falso originale: Solo sostituzioni di parole o ristrutturazione delle frasi, ma la sostanza resta copiata.
- Conseguenze: Mancanza di valore unico, difficile costruire fiducia e autorità. Gli algoritmi di Google identificano sempre meglio i contenuti duplicati o troppo simili: queste pagine non hanno possibilità di emergere.
Segnale 4: Struttura confusa, scarsa leggibilità
- Caratteristiche: Paragrafi lunghi e non divisi, mancanza di titoli H2/H3, assenza di elenchi, grassetto o immagini per spezzare il testo, frasi poco scorrevoli, terminologia impropria.
- Conseguenze: Anche se l’utente apre la pagina, abbandona presto per difficoltà nella lettura. La leggibilità incide direttamente sull’esperienza utente, che è un segnale importante per l’algoritmo di ranking di Google (es. la “E” in EEAT – Esperienza). Inoltre, una struttura disordinata rende difficile l’indicizzazione del contenuto.
Segnale 5: Affidarsi troppo a immagini/video, testo insufficiente
- Caratteristiche: Le informazioni principali (soprattutto istruzioni, parametri, passaggi cruciali) sono contenute solo in immagini o video, con pochissimo testo descrittivo.
- Conseguenze: I crawler dei motori di ricerca comprendono principalmente il contenuto testuale. Anche se possono leggere ALT text, titoli o sottotitoli video, non possono interpretare efficacemente le informazioni contenute solo nei file multimediali, rendendo la pagina “vuota” o incompleta agli occhi del motore di ricerca.
Cosa fare? (Principi fondamentali e pratici per creare contenuti “utili”)
Principio guida: puntare al “triangolo del valore” – completo + unico + utile
- Completo: Coprire il più possibile le domande principali e secondarie che l’utente può avere sul tema.
- Unico: Fornire punti di vista originali, nuovi dati, esempi reali, esperienze concrete per offrire un valore diverso rispetto ai risultati esistenti. Non basta “avere contenuto”, bisogna puntare a contenuti più dettagliati, aggiornati o innovativi.
- Utile: Le informazioni devono risolvere davvero i problemi dell’utente, guidarlo all’azione (“lo leggo e posso applicarlo”) o aiutarlo a decidere (offrendo confronti, valutazioni, trasparenza).
Scavare a fondo nei bisogni degli utenti (ricerca fondamentale prima di scrivere)
- Esamina i contenuti eccellenti dei concorrenti: Analizza quali punti chiave sono coperti dalle pagine con il miglior posizionamento. Quali domande vengono fatte nei commenti degli utenti? (Spesso questi sono bisogni ancora insoddisfatti).
- Analizza le keyword long tail: Le domande ottenute da strumenti di ricerca parole chiave (vedi seconda sezione) o da “People also ask” di Google mostrano l’ampiezza che il contenuto dovrebbe coprire. Ad esempio, keyword long tail su “scegliere i chicchi di caffè” possono indicare che agli utenti interessa sapere di “acidità”, “differenze tra regioni”, “meglio per espresso o pour-over”, “consigli per principianti”, ecc.
- Pensare dalla prospettiva dell’utente: Mettiti nei panni di un completo principiante (o di un esperto): su questo tema, cosa vorresti sapere? Quali dubbi avresti? A quali dettagli presteresti attenzione?
Costruire una struttura di contenuto completa e approfondita
- Focalizzati su un tema principale: Un articolo dovrebbe risolvere a fondo un argomento specifico legato alla keyword principale, evitando di divagare. I contenuti “poco utili” spesso cercano di dire troppo ma non approfondiscono nulla.
- Struttura chiara:
- Titolo H1: Deve includere la keyword principale e la promessa principale del contenuto.
- Introduzione: Spiega l’importanza del tema e dai una panoramica dei problemi/argomenti trattati (aiuta il lettore a capire subito se l’articolo fa per lui).
- Corpo principale: Scomponi il tema in modo logico usando sottotitoli H2/H3. Ogni sezione deve affrontare un singolo sotto-argomento.
- Contenuto pratico: Conoscenze di base → Passaggi dettagliati (con esempi) → FAQ o errori comuni da evitare.
- Confronti tra prodotti/servizi: Criteri chiari → Confronto diretto → Consigli per diversi scenari.
- Analisi concettuale: Definizione → Importanza → Applicazioni → Esempi concreti.
- Conclusione & CTA/letture consigliate: Riepiloga i punti chiave, suggerisci i prossimi passi o link utili per approfondire.
- Lunghezza in base alle esigenze: Non forzare articoli da 2000+ parole. Se per spiegare bene “scegliere i chicchi di caffè” servono 1500 parole per trattare gusto, origine, tostatura, lavorazione, consigli d’acquisto, conservazione, allora che siano 1500.
Infondere un’anima di valore unico
- Aggiungi ricerche o dati originali: Se puoi fare piccoli sondaggi, test di prodotto o raccogliere dati esclusivi (non solo citazioni altrui), diventa un contenuto molto più credibile.
- Condividi esperienze reali: Usa frasi tipo “Un nostro cliente ha…” o “Durante i miei test ho notato…”, per aumentare la fiducia e il coinvolgimento.
- Dai opinioni personali o pensiero critico: Nelle conclusioni o nei confronti, offri giudizi basati sulla tua esperienza professionale. Non limitarti a ripetere ciò che dicono gli altri. Indica cosa è superato, controverso o migliorabile.
- Crea risorse uniche: Come checklist scaricabili, modelli, tabelle comparative — elementi che spingono gli utenti a condividere o tornare.
Rendi il contenuto piacevole da leggere
- Paragrafi brevi: L’ideale sono 3-5 frasi a paragrafo. Evita muri di testo troppo lunghi.
- Usa bene gli strumenti di formattazione:
- Grassetto per parole o frasi chiave (non l’intera frase).
- Liste non ordinate (
-*): Per elenchi di punti. - Liste ordinate (
1.2.): Per step o processi. - Punti speciali (
□■‣): Per voci particolari (usali con moderazione).
- Le immagini sono potenti:
- Usa immagini, grafici o schemi di alta qualità e pertinenti.
- Scrivi sempre l’attributo Alt: Descrivi chiaramente il contenuto dell’immagine e il suo ruolo nel testo (importantissimo per la SEO).
- Spiega processi o concetti complessi mescolando testo e immagini.
- Frasi fluide e naturali: Leggi a voce alta ciò che hai scritto. Se suona strano, riscrivilo. Evita troppi termini tecnici (e se li usi, spiegali la prima volta).
Mantieni il contenuto aggiornato nel tempo
- Revisione periodica: Per le pagine chiave, controlla regolarmente (ogni 6 o 12 mesi):
- Le informazioni sono ancora attuali? (dati, leggi, aggiornamenti di prodotto)
- Ci sono novità da aggiungere?
- Ci sono nuove domande frequenti degli utenti da integrare?
Struttura dei link disorganizzata
La struttura interna dei link di un nuovo sito è spesso caotica: contenuti importanti troppo nascosti, mancanza di collegamenti tra pagine correlate, testi dei link poco descrittivi. Questo porta utenti e motori di ricerca a “perdersi” e a non trovare le informazioni necessarie.
Non solo peggiora l’esperienza utente, ma ostacola anche i motori di ricerca nel trovare e indicizzare i tuoi contenuti di qualità.
Dov’è l’origine del “disorientamento”?
Problema 1: Pagine importanti “nascoste” (profondità di clic troppo elevata)
- Caratteristiche: Le pagine centrali (es. descrizione di un servizio o guida fondamentale) non sono collegate in modo efficace dal menu principale o dalla home page. Gli utenti e i crawler devono cliccare più di 3 volte per trovarle.
- Rischi:
- Esperienza utente negativa: Gli utenti non trovano ciò che cercano e abbandonano il sito.
- Difficoltà di indicizzazione: I crawler hanno limiti di budget e profondità. Le pagine troppo profonde possono non essere rilevate o aggiornate con lentezza.
- Trasferimento di PageRank debole: Più profonda è una pagina, più si diluisce il valore di link proveniente da pagine centrali come la home.
Problema 2: “Isole” isolate e “vicoli ciechi”
- Caratteristiche:
- Poche link in entrata: Pagine importanti non ricevono collegamenti da altre pagine (isole isolate).
- Nessun link correlato: Alla fine della pagina o nella barra laterale non ci sono suggerimenti per approfondire (vicoli ciechi).
- Rischi:
- Interruzione della lettura: Dopo aver letto il contenuto, l’utente non sa dove andare e lascia il sito.
- Bassa efficienza di scansione: Se i crawler non trovano link verso altre pagine importanti (specialmente nuove), potrebbero fermarsi lì.
- Debole coerenza tematica: Senza collegamenti interni rilevanti, i motori di ricerca faticano a identificare i cluster tematici e l’autorità del sito.
Problema 3: Anchor text “generici” o non descrittivi
- Caratteristiche: Uso frequente di testi come “clicca qui”, “maggiori dettagli”, “vedi altro” come anchor text, che non spiegano il contenuto della pagina linkata.
- Rischi:
- Esperienza utente scarsa: L’utente non sa dove porterà il link e deve indovinare, aumentando il carico cognitivo.
- Valore SEO perso: Il testo del link è un segnale chiave per far capire il contenuto della pagina linkata ai motori di ricerca. Anchor generici non aiutano la rilevanza, mentre testi descrittivi (es. “Scopri il nostro servizio avanzato di audit SEO”) sì.
Problema 4: Sistema di navigazione confuso o mancante
- Caratteristiche:
- Menu principale troppo complesso e con logica poco chiara.
- Mancanza di breadcrumb o breadcrumb non accurati.
- Funzione di ricerca interna assente o inefficace.
- Mappa del sito per gli utenti assente o non aggiornata.
- Rischi: Gli utenti non trovano ciò che cercano, riducono la profondità di navigazione e il tempo speso sul sito.
Cosa fare? (Costruire una struttura interna chiara)
Principio 1: Pianificare un’architettura dell’informazione “piatta”
- Obiettivo: Rendere le pagine importanti accessibili con 3 clic o meno dalla home.
- Metodi:
- Menu principale semplice e lineare: Home → Categoria principale (es. “Servizi”, “Prodotti”, “Blog”) → Pagina specifica.
- Usare sidebar e footer: Per pagine secondarie importanti (es. “Chi siamo”, “Contatti”, “Centro risorse”) che non entrano nel menu principale, aggiungere link in sidebar o footer.
- Struttura piatta: Accorciare la gerarchia, es. “/servizi/pagina” è meglio di “/categoria/sottocategoria/servizi/pagina”.
Principio 2: Creare una rete interna ricca e semantica
- Sfruttare i link nel contenuto:
- Posizione: Nel corpo dell’articolo, inserire link quando si menzionano concetti correlati a pagine esistenti, in modo naturale e significativo.
- Consiglio pratico: Dopo aver scritto un contenuto, rileggerlo per identificare opportunità di link interni verso guide, pagine prodotto, glossari o case study.
- Rafforzare i moduli di contenuti correlati:
- Posizione: Alla fine degli articoli o in aree visibili della sidebar.
- Contenuto: “Potrebbe interessarti anche”, “Articoli correlati”, “Prodotti/Servizi correlati”.
- Manuale vs Automatico: Inizialmente scegli manualmente i contenuti più pertinenti. In seguito puoi usare plugin CMS (es. “Yet Another Related Posts Plugin” di WordPress) o raccomandazioni basate su tag/categorie.
- Formato:
Home > Categoria > Sottocategoria (opzionale) > Titolo della pagina corrente - Funzione: Mostra chiaramente la posizione della pagina nella struttura del sito, facilita il ritorno all’indietro o alla homepage e aiuta i motori di ricerca a comprendere la gerarchia delle pagine.
- Assicurare coerenza e precisione: Ogni livello deve essere cliccabile e appartenere alla categoria corretta.
Principio 3: Crea “segnali stradali” di valore (ottimizza il testo di ancoraggio)
- Essenziale: chiaro, conciso, descrive il contenuto della pagina di destinazione!
- Come fare?
- Evita: “Clicca qui”, “Scopri di più”, “Dettagli”.
- Utilizza: Frasi che includano parole chiave della pagina di destinazione o descrizioni precise.
- Esempi efficaci:
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- Esempi efficaci:
- Integrazione naturale nel contesto: Il testo di ancoraggio deve risultare fluido e naturale nella frase. Evita inserimenti forzati.
- Diversificato ma pertinente: Per la stessa pagina di destinazione, usa testi di ancoraggio diversi ma sempre rilevanti in punti diversi (evita l’ottimizzazione eccessiva).
Principio 4: Gestione sistematica e manutenzione fluida
- Utilizza bene la sitemap XML: La sitemap visibile per gli utenti è importante, ma non dimenticare la sitemap XML (sitemap.xml) da inviare ai motori di ricerca: aiuta i crawler a scoprire nuove pagine o pagine isolate importanti (non sostituisce i link interni, ma li integra).
- Controlla regolarmente i link non funzionanti (errori 404):
- Strumenti: Rapporto sulla copertura in Google Search Console; strumenti gratuiti come
Dead Link Checker,Xenu’s Link Sleuth; strumenti a pagamento come Screaming Frog, Ahrefs, SEMrush per l’audit del sito. - Come intervenire:
- La pagina esiste ancora (ma l’URL è cambiato) -> Redirect 301 permanente al nuovo indirizzo (best practice!).
- La pagina è stata eliminata/non esiste più ma c’è una pagina alternativa valida -> Redirect 301 alla pagina più rilevante.
- La pagina è stata eliminata e non esiste un’alternativa -> Pagina 404 personalizzata (guida amichevole per tornare o cercare nel sito).
- Strumenti: Rapporto sulla copertura in Google Search Console; strumenti gratuiti come
- Standardizza navigazione e struttura URL: Assicurati che i link nella navigazione principale e nei breadcrumb corrispondano al titolo della pagina di destinazione e che la struttura degli URL sia chiara (meglio se include parole chiave, purché la struttura rimanga coerente).
Aggiornamenti troppo rari o troppo frequenti
Alcuni nuovi siti iniziano con entusiasmo pubblicando molti articoli, ma poi restano inattivi per settimane o mesi, dando l’impressione di “scarso slancio”.
Altri invece fanno il contrario: per mantenere una “frequenza di aggiornamento”, pubblicano contenuti affrettati e di basso valore. La quantità c’è, ma manca la qualità.
Google, nel valutare un sito, osserva aggiornamenti regolari, stabili e di qualità, oppure revisioni approfondite di contenuti già esistenti — segnale positivo per il motore di ricerca:
Questo sito è attivo, utile, e continua a crescere e migliorarsi nel tempo.
I rischi di aggiornamenti irregolari
Problema 1: Aggiornamenti “a picco” (troppo rari o interrotti)
- Caratteristiche: Dopo alcuni articoli iniziali, gli aggiornamenti diventano sempre più rari (anche mesi senza pubblicazioni), fino a fermarsi del tutto.
- Rischi:
- Perdita di opportunità di indicizzazione e ranking: I motori di ricerca preferiscono visitare frequentemente siti aggiornati regolarmente. Una lunga pausa riduce la frequenza dei crawl, rallentando l’indicizzazione dei nuovi contenuti.
- Perdita di interesse degli utenti: Niente contenuti nuovi = meno motivi per tornare. Questo riduce la fidelizzazione e il traffico ricorrente.
- Segnale negativo: Indica ai motori di ricerca che il sito potrebbe non essere più attivo o rilevante, danneggiando la fiducia nel lungo periodo.
Problema 2: Aggiornamenti “diluiti” (troppo rapidi, superficiali, generici)
- Caratteristiche: Per raggiungere un obiettivo di pubblicazione (es. “pubblica ogni giorno”), si pubblicano molti contenuti frettolosi, spesso:
- Poco approfonditi, con valore informativo scarso (articoli “acqua e sapone”).
- Temi troppo generici o lontani dal core business o posizionamento.
- Contenuti copiati, assemblati o originali ma di bassa qualità.
- Svantaggi:
- Indebolisce la qualità complessiva del sito web: Una percentuale elevata di “contenuti annacquati” può ridurre il punteggio qualitativo complessivo del sito, influenzando negativamente anche le pagine principali di alta qualità.
- Spreco di risorse, basso ritorno sull’investimento: Scrivere e pubblicare questi contenuti poco efficaci consuma tempo ed energie, senza apportare traffico o conversioni di valore.
- Spreco del crawl budget: I crawler dei motori di ricerca visiteranno anche queste pagine di bassa qualità, consumando il “budget di scansione” e ritardando l’indicizzazione delle pagine più importanti.
- Danno all’esperienza utente e alla fiducia: Quando gli utenti accedono e trovano contenuti “vuoti”, possono sentirsi delusi e perdere fiducia nel sito.
Problema 3: Ignorare il declino e il potenziale dei contenuti esistenti (mai fare manutenzione)
- Manifestazioni: Si presta attenzione solo alla pubblicazione di nuovi contenuti, ignorando che gli articoli più vecchi (anche se un tempo performanti) contengono informazioni obsolete, dati vecchi, link rotti e non vengono mai aggiornati né mantenuti.
- Svantaggi:
- Le informazioni obsolete possono fuorviare gli utenti: Contenuti non aggiornati perdono valore e possono essere addirittura fuorvianti (come normative, prezzi, soluzioni tecniche cambiati).
- Rischio di perdere posizionamenti: Se gli utenti trovano informazioni obsolete rispetto a quelle aggiornate di altri siti, abbandonano rapidamente (alta frequenza di rimbalzo), mandando segnali negativi ai motori di ricerca e facendo scendere il ranking della pagina.
- Occasioni sprecate: Alcune pagine con una base di traffico potrebbero ottenere molto di più con aggiornamenti e ottimizzazioni, ma il potenziale resta inutilizzato.
- Perdita di valore dei contenuti “evergreen”: I contenuti guida fondamentali, se mantenuti aggiornati, possono restare utili e competitivi nel tempo.
Come fare? (Costruire un ritmo sostenibile di aggiornamento)
Principio fondamentale: qualità > quantità, costanza > intensità
- Abbandonare l’aggiornamento “giornaliero/settimanale”: Non tutti i siti possono sostenere aggiornamenti rapidi e di alta qualità. Trova un ritmo che puoi mantenere a lungo termine, anche se è un aggiornamento mensile ben fatto e con manutenzione di articoli esistenti: è meglio di pubblicare ogni giorno contenuti superficiali. La chiave è la coerenza e l’utilità per l’utente.
- Concentrarsi su argomenti che risolvono problemi reali: Ogni nuovo argomento deve essere centrato sui bisogni del tuo target e del tuo business. La selezione dei temi deve basarsi su ricerca di parole chiave, feedback degli utenti e trend settoriali. Non scrivere solo per riempire spazi.
Trova il tuo “ritmo d’oro” (la chiave per un aggiornamento sostenibile)
- Valuta le tue risorse: Considera realisticamente la tua capacità di produzione (tempo, personale, budget). Sei solo e part-time? Puoi scrivere un buon articolo a settimana? Hai un piccolo team? Puoi gestire un nuovo contenuto + una revisione ogni due settimane?
- Definisci un obiettivo realistico: In base alle risorse, stabilisci una frequenza di aggiornamento sostenibile che garantisca una qualità minima accettabile (es: 1 articolo a settimana, oppure ogni 2 settimane 1 nuovo + 1 aggiornato, oppure 2-3 contenuti lunghi al mese). Scrivilo nel tuo piano!
- Prepara contenuti di riserva: Quando hai tempo e ispirazione, prepara 2-3 articoli di qualità e conservali. Nei periodi più caotici o a bassa motivazione, puoi pubblicarli per mantenere la regolarità.
Pubblicare nuovi contenuti: punta su valore e profondità
- Non sacrificare mai la qualità: Se il contenuto non raggiunge il livello “utile e risolutivo”, è meglio ritardare la pubblicazione piuttosto che uscire con un articolo mediocre. Un contenuto profondo vale più di dieci articoli banali.
- Supporto con dati e ricerche: Quando possibile, usa esempi reali, grafici e statistiche aggiornate per rafforzare la credibilità e l’impatto del contenuto, anche se è per un settore di nicchia.
- Sblocca potenziale nascosto: adotta la strategia “aggiorna vecchi articoli” (alto ROI!)
- La manutenzione dei contenuti è parte degli aggiornamenti: Non è solo pubblicare nuovo, ma anche mantenere utile ciò che già c’è.
- Selezione target per l’aggiornamento: Concentrati su due tipi:
- Articoli con buon posizionamento e traffico ma contenuti datati.
- Contenuti guida centrali con potenziale evergreen.
- Checklist di aggiornamento:
- Aggiorna dati sensibili al tempo: Controlla ed aggiorna dati, normative, prezzi, contatti, versioni di prodotto, riferimenti.
- Colma le lacune informative: Aggiungi risposte a nuove domande, sviluppi recenti, sezioni mancate. Consulta feedback degli utenti o box “Altre domande poste” di Google.
- Migliora struttura e profondità: Aggiungi immagini, esempi, mini-case, sottotitoli chiari, struttura in capitoli.
- Correggi i link: Ripara link interni rotti, aggiorna link esterni invalidi o non più rilevanti.
- Ottimizza titolo/meta description: Rendi più coinvolgente e aggiornato anche il titolo e la descrizione SEO.
- Aggiungi una nota di aggiornamento: Indica data dell’ultimo aggiornamento (es. “Aggiornato il 15 ottobre 2023”) all’inizio o fine articolo: è un forte segnale per Google e per l’utente.
- Dopo l’aggiornamento, richiedi reindicizzazione in Google Search Console: Soprattutto per articoli con aggiornamenti sostanziali.
- Monitora i risultati: Dopo l’aggiornamento, osserva dati su GSC (impression, click, ranking) e su analytics per valutarne l’impatto.
Abbi pazienza e guarda il trend a lungo termine
- La SEO è una maratona: Serve tempo perché Google si fidi del tuo sito e riconosca i segnali di qualità (di solito mesi).
- Evita l’ansia da fluttuazioni: Non ossessionarti per i cambiamenti di ranking giornalieri, guarda i trend mensili complessivi (es: traffico in crescita, tempo medio sulla pagina, miglioramento del CTR).
- Valuta sul valore, non sulla quantità: I KPI veri sono quelli che indicano valore e conversione (richieste, vendite, iscrizioni), non solo il numero di articoli prodotti.
- La forza della costanza: Continuare a produrre contenuti di qualità e mantenere quelli esistenti rafforza l’autorevolezza del sito e crea un asset solido nel tempo.
Inizia ora, migliora ora — sei ancora in tempo!
Non cercare la perfezione, persegui il miglioramento continuo.




